La scuola sta finendo…

… E arrivano le prime note dolenti! Classici sentimenti di un classico studente arrivato alla fine del proprio anno scolastico. Da Corridoio #4di Roberto Quartarone

Ultimi giorni di maggio: come bravi agricoltori gli studenti raccolgono ciò che hanno seminato durante l’intero anno scolastico. È questo il periodo delle ultimissime interrogazioni e dei primi bagni, il periodo più brutto e più bello allo stesso tempo. Per i ragazzi che frequentano l’ultimo anno di scuola superiore si avvicinano gli esami di stato e quindi bisogna essere perfettamente preparati. Per tutti gli altri studenti è obbligatorio riuscire a mantenere o migliorare i voti del primo quadrimestre per non trovarsi a studiare tutta l’estate… o quasi. Ai professori, costretti ad affrontare di tutto, non va certo meglio: alunni preoccupati che li rincorrono per cercare di riparare le insufficienze, furbi che prendono un buon voto in un’interrogazione anche se non hanno studiato un solo giorno in tutto l’anno, secchioni che sono sempre tranquilli perché hanno concluso le interrogazioni già a marzo, disperati che hanno avuto il “coraggio” di prendere zero in un compito, rassegnati che non hanno più speranze di riparare, irresponsabili che, con la scusa «il prof. ce l’ha con me!», decidono di non studiare rischiando anche la bocciatura.… A questa gamma così varia di studenti, risponde una vasta gamma di professori: i cattivi che non farebbero mai riparare un alunno, i buoni che cercano ad ogni costo di evitare i debiti scolastici, i disinteressati a cui nulla importa della sorte dei propri alunni. Intanto, torna il sole a tempo pieno (o si spera che torni…), sbocciano amori tra gli studenti, si ritorna a mare dopo otto mesi di attesa e finalmente si lascia quella scuola maledetta almeno una volta al giorno. Non si deve più toccare il libro di matematica e non ci si deve preoccupare delle interrogazioni per due mesi interi (giugno e settembre sono mesi di passaggio), non si devono rivedere quei brutti ceffi dei prof. o dei compagni (a seconda dei casi) e la depressione la si può rinchiudere nello zaino. Ma chi dovrà riparare qualche debito scolastico è meglio che studi almeno un po’. Pertanto addio vacanze… o quasi!

Torna in alto