Domenica scorsa ci eravamo lasciati con l’appello a riempire lo stadio in occasione della partita contro la Lazio. Appello che, in effetti, è stato largamente accolto: curve esaurite e tribune quasi al completo, circa 18.000 spettatori per quello che, classifica alla mano, è uno dei due big – match della giornata.
Un grande striscione della Curva Nord recita “Vincere ancora”, ma l’impressione condivisa da alcuni sugli spalti è che “Loro – la Lazio – giocheranno per i 3 punti, noi potremmo pure dargliela questa partita, tanto non ci interessa molto”. L’idea di fondo è sensata, ma non fa il conto con la voglia di questo Catania che si sta rivelando una squadra spettacolare e soprattutto molto concreta. E del resto l’affetto ed il calore del pubblico è lo specchio della verve di questo gruppo.
Le, ormai note, “ex vergini” ci regalano l’ennesimo striscione in Curva Sud: “Attenzione… pericolo! Liotru all’attacco. L’uccello della Lazio non vola nel cielo rossazzurro (area protetta)”. Il club Piazza dei Martiri, sempre nella Sud, regala uno striscione al numero 13 catanese: “Capitan Izco, grazie umile gregario!”.
All’ingresso in campo gli spalti sono una bolgia; la Nord si esibisce in una coreografia con rossi bastoncini gonfiabili (stile palazzetto dello sport), mentre sempre il club Piazza dei Martiri regala colore con palloncini rossazzurri.
Il tifo è dirompente sia nella Nord che nella Sud, il cui gruppone di ultras oggi è davvero coinvolgente ed i cui cori si sentono quanto quelli della curva dirimpettaia. Desolante, invece, la presenza di laziali nel settore ospiti, davvero pochi (soprattutto considerando l’attuale 3° posto dei biancocelesti).
La giornata è calda, l’Etna ha sbuffato tutta la mattina ed in campo la partita è molto tattica, ma comunque intrigante. Chi si aspettava un dominio laziale viene gradevolmente smentito dal possesso palla del centrocampo etneo. I laziali incutono timore con Klose (“Uh, la bestia!” esclamano all’unisono in molti ad una sua giocata), ma in realtà le azioni migliori le costruisce il Catania, bloccato da alcuni fuorigioco dubbi e da una papera di Almiron a portiere saltato.
Si va all’intervallo sullo 0-0, mentre il vento soffia forte e concede qualche sollievo agli spettatori ormai discretamente abbronzati. Al ritorno delle squadre in campo, nonostante ci si aspettasse qualche cambio (fuori magari l’abulico Barrientos), il Catania schiera gli stessi undici.
Dopo due buone occasioni laziali, a metà ripresa la gara inizia a diventare bruttina, giocata esclusivamente a centrocampo e senza spunti degni di nota. Alcuni giocatori sembrano spariti dal campo; quando, dopo un po’ di tempo, Almiron tocca un pallone, mi arriva un grido all’orecchio: “Ahhh, ma c’è Almiron, cu iè ca dissi ca ava nisciutu?!”, mentre un altro goliardico tifoso, alla sostituzione di Candreva, si domanda: “Ma picchì, iucava Candreva?! Non mi n’addunai!”.
La partita sembra spegnersi, ma all’ottantesimo Lodi batte un calcio d’angolo dei suoi e Legrottaglie insacca con un gran destro di contro balzo. Il Massimino esplode di gioia, quasi incredulo per quanto sta avvenendo: l’Inter pareggia ed il Catania si ritroverebbe al 6° posto!
Lo stadio si alza in piedi, la Sud intona l’inno del Catania che viene cantato a squarciagola da tutti gli spettatori. Servono 10 minuti di trepidazione e qualcuno, dietro di me, dice di aver già consumato le unghie della mano destra per la tensione. Sono momenti davvero vibranti; “Fino alla fine, Catania fino alla fine!” spronano gli ultras. Gli etnei sventano alcune occasioni pericolose degli ospiti, poi al 90’ Lodi coglie un auto-palo di testa: brividi, qualcuno resta impassibile, un mio vicino mi dice: “Questa palla, se ci fosse stato Atzori in panchina, sarebbe stata dentro!”, enfatizzando sulla presunta sfiga dell’ex allenatore del Catania.
All’ultimo minuti di recupero Spolli chiude una gran diagonale difensiva e fa scorrere la palla sul fondo: è l’ultima azione della gara, sciarpe tese e bandiere al vento, si attende solo che l’arbitro capisca… triplice fischo, tripudio rossazzurro! Squadra sotto le curve e la tribuna (come nella foto di Galtieri). È un gran bel Catania, nonostante non abbia brillato come al solito.
Si esce dallo stadio euforici; la radio del gelataio conferma la, ormai assodata, salvezza del Catania e soprattutto il 6° posto in classifica. La prossima in casa sarà sabato 31 contro il Milan, ma prima si preannuncia un esodo in massa di tifosi per la trasferta di Napoli.